La Banca centrale europea ha pubblicato nei giorni scorsi il testo definitivo della Guida alla valutazione delle domande di autorizzazione all’attività bancaria degli enti creditizi fintech, a seguito di una consultazione pubblica iniziata lo scorso settembre (si veda altro articolo di BeBeez). La guida è arrivata insieme a una più generale Guida alla valutazione delle domande di autorizzazione all’attività bancaria, a sua volta pubblicata a seguito di consultazione pubblica, che illustra il processo generale di presentazione dell’istanza e i requisiti di valutazione riguardanti, tra l’altro, la governance, la gestione dei rischi e il capitale. In una nota diffusa lo scorso venerdì 23 marzo, la Bce precisa dunque che “la guida relativa agli enti creditizi fintech va quindi letta congiuntamente alle guide generali della Bce sulla valutazione delle domande di autorizzazione e sulla verifica dei requisiti di professionalità e onorabilità”. La Bce pare particolarmente preoccupata del fatto che lo startup della banca fintech possa fallire e che quindi i correntisti vengano salvaguardati sin dall’inizio, chiedendo alla startup di dotarsi sin da subito dei capitali necessari a coprire le perdite (si veda il Box 7 del documento). In sostanza la startup dovrà dimostrare alle Autorità di vigilanza di essere dotata di sufficienti capitali a riserva per coprire le perdite fisiologiche legati al lancio del business nei primi tre anni di vita e, in alcuni casi, anche per coprire i costi relativi a un eventuale piano di uscita dal business che non imponga perdite ai depositanti, ma venga tutto condotto attinendo ai fondi propri della banca fintech. A questo fine alle Authority andrà fornito un business plan che vada a dettagliare tutte le perdite previste nei primi tre anni di vita e i flussi finanziari del periodo che porti al punto di breakeven
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