Boom di raccolta per private equity e venture nel 2017, oltre i 5 mld euro. Crollo degli investimenti a 4,9 mld





Boom di raccolta e di disinvestimenti, ma investimenti in netto calo per il private equity e il venture capital italiani nel 2017, il tutto comunque con buon ritorni lordi, in media del 12,5%, al di sopra della media decennale del 10%, sebbene al di sotto delle medie annuali dei precedenti 4  anni. Sono i dati del settore diffusi ieri da Aifi in collaborazione con PwC, in occasione del convegno annuale che ha mostrato che l’anno scorso i fondi hanno lavorato soprattutto su deal di dimensione medio-piccola e che la raccolta nella realtà non è stata così buona come sembra, almeno per i team privati (per i dati annuali del private debt, si veda altro articolo di BeBeez e qui il Report di BeBeez sul private debt). Su quest’ultimo fronte il direttore generale di Aifi, Anna Gervasoni, ha infatti evidenziato che i 5,03 miliardi di euro di raccolta dei fondi di private equity e venture capital, in netta crescita dagli 1,3 miliardi del 2016, sono dovuti per la maggior parte al closing di alcuni grandi soggetti istituzionali  come F2i sgr, QuattroR sgr e Fondo Italiano d’Investimento sgr, che da soli hanno raccolto 4,11 miliardi, mentre la raccolta privata ha segnato un calo del 29% a 920 milioni dai poco meno 1,3 miliardi del 2016. Il tutto con investitori soprattutto italiani (72%), con gli stranieri che si fermano al 28%. In tema di raccolta, Fabio Innocenzi, presidente dell’Associazione Italiana Private Banking, intervenendo al convegno ha proposto di valutare l’abbassamento della soglia minima di accesso per permettere la giusta diversificazione degli investimenti e di prevedere una categoria di investitori private intermedia tra investitore retail o professionale, che nel pieno rispetto dei requisiti di tutela posti da MiFID2 agevoli la scelta da parte del cliente di voler cogliere le opportunità offerte da prodotti meno liquidi (scarica qui la presentazione di Innocenzi). In ogni caso l’investimento in capitale di rischio di società italiane non quotate paga ancora bene, ha calcolato Kpmg per Aifi, con appunto un Irr lordo del 12,5%, sebbene sotto il 14,5% del 2016 e sotto il picco al 19,7% del 2014.

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Pubblicato il: 27 Marzo 2018

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