
Sintesi delle ultime due giornate di Gigio Donnarumma, portiere diciottenne della nazionale: lunedì ha rinnovato il contratto col Milan, prenderà sei milioni all’anno per cinque anni, cifra che lo stesso Milan settimane fa definiva immorale, più un benefit, l’assunzione del fratello ventisettenne Antonio che sarà portiere di riserva a un milione l’anno, forte di un curriculum da una presenza in serie A; ieri il giovane Gigio è volato a Ibiza saltando l’esame di maturità, previsto per oggi, e che con bolla ministeriale aveva già rinviato per disputare gli europei under 21. Il contratto è stato negoziato grazie ai servigi di Mino Raiola, manager di rara abilità: i suoi migliori assistiti cambiano club a prezzi altissimi e ottengono ingaggi da sultani. Spiace un po’ per il direttore dell’ufficio scolastico di Vigevano che attendeva Donnarumma con «un grande in bocca al lupo». Che vale anche adesso, e a maggior ragione, sebbene ci siano in giro diciottenni con talento e futuro leggermente più nebulosi. Perché è tutto perfetto, impeccabile, a norma, lo stipendio è giustificato dal mercato (quello al fratello un po’ meno), e non sarà un diploma da ragioniere a semplificare la vita al neomilionario
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