
Firenze – Continua il focus sugli Anni Sessanta e Settanta con “Carlo Battaglia, pittura 1969-1979” alla Galleria il Ponte di Firenze, una mostra, a cura di Marco Meneguzzo, che presenta quindici grandi opere inaugurata il 17 maggio, in programma fino al 19 luglio. Questo pittore sardo, insieme ad altri rappresentanti, senza voler essere etichettati, si sono riuniti intorno alla “pittura pura”, in contrapposizione all’arte concettuale, detta anche “nuova pittura”, “pittura pittura” o nel 1975 “pittura analitica”; in particolare Battaglia si è battuto, senza riuscirci per non essere considerato un artista di avanguardia. (Carlo-Battaglia-Senza-titolo-Curioso-1977-galleria-Il-Ponte-Firenze) Sono gli anni che segnano il ritorno al valore della pittura in sé, lontano dalla volontà di comunicare necessariamente qualcosa: si dipinge per se stessi, per il piacere di farlo. In particolare Carlo Battaglia si forma nella tradizione, tanto che utilizza la tecnica della tempera e della tempera all’uovo antica, e ha un primo periodo figurativo per poi abbracciare l’astrazione e tornare tra gli anni Ottanta e Novanta al figurativo
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