Catherine Terblanche: Riflessioni sulla rappresentazione del corpo umano.





Riflessione fisica Riflessioni sulla rappresentazione del corpo di Catherine Terblanche (vedi Artafrica) In un’epoca di tecnologia digitale, gli smartphone stanno catturando milioni di selfie ogni giorno. I post sui social media contengono innumerevoli immagini di corpi umani e volti, tutti “taggati” ed etichettati per i seguaci dell’individuo per trovarli nella palude del cyberspazio. Non solo le immagini vengono prodotte a un ritmo astronomico, una volta che sono disponibili nel cyberspazio, sono liberamente copiate, decontestualizzate e ridistribuite nonostante le avvertenze e le restrizioni sul copyright.  Non si può fare a meno di chiedere perché gli artisti stanno ancora cercando di catturare la forma umana in media più tradizionali come la pittura, il collage e persino i media scultorei, se la facilità con cui sono prodotte le immagini digitali domina e informa la nostra cultura visiva. Allo stesso tempo, l’emergere di studi culturali, di genere e postcoloniali ha evidenziato la necessità di riconoscere l’ampia diversità di culture, credenze e abitudini diverse, mentre contemporaneamente mette in discussione il modo di rappresentazione del corpo, che è stato tradizionalmente quello di un approccio prevenuto e prevalentemente occidentale. Il nostro fascino nel catturare la forma umana risale alla nostra registrazione delle prime opere d’arte, che risalgono ai feticci della fertilità preistorica

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Pubblicato il: 20 Novembre 2017

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