Ma che Paese è il nostro, dopo decenni di battaglie sociali, dopo gli sforzi che hanno comportato lacrime e sangue per chi ha creduto e ha combattuto per farlo, per garantire l’aiuto minimo a tutti coloro che non avevano più le capacità per potersi sostenere e dopo le battaglie volte a garantire il diritto alla salute a tutti, ecco in meno di un decennio come stiamo e abbiamo già in parte perduto le tutele sociali se solo pensiamo che su quasi 42 famiglie su cento, almeno una ha dovuto rinunciare ad una prestazione sanitaria e tutto ciò, nonostante i cittadini paghino qualcosa come 500 euro a testa per far fronte al 18% della spesa sanitaria complessiva e non solo… Nel nostro Paese ci sono almeno 3 milioni di nostri connazionali non autosufficienti che necessiterebbero di assistenza ma guardiamo le loro pensioni, grame e sicuramente non in grado di soddisfare le esigenze di queste persone costrette alla fame. Questo è il quadro presentato dal Censis che stigmatizza bene le difficoltà che incontrano gli italiani oggi quando si confrontano con l’attuale welfare che se da un lato dovrebbe garantire sicurezza sociale, dall’altro si allontana con una velocità siderale dalle esigenze dei cittadini che rimasti sempre più soli e sempre più senza tutele, è finito per diventare soltanto fonte di ansia, preoccupazione e spesso disperazione. Quando si parla di welfare si tende a pensare solo alle pensioni, altra spina nel fianco degli italiani, ma spesso ci si scorda che non sono solo pensioni a togliere il sonno agli italiani, ma anche l’incertezza nel dover gestire le spese mediche, la paura di ammalarsi non solo per l’incubo derivante dalle sofferenze di una malattia, ma anche la consapevolezza di non poter più far fronte ai costi delle cure, per non parlare dello stress e della disperazione di fronte allo stato di non autosufficienza di un congiunto, consapevoli di non poter far fronte a nulla che possa migliorare la vita della persona non più in grado di provvedere a se stessa. Secondo il Censis, il 53,6% degli italiani dichiara che la copertura dello stato sociale si è ridotta e paga di tasca propria molte spese che un tempo venivano coperte dal sistema di welfare nazionale. Si mette mano al portafogli per il 18% della spesa sanitaria totale, contro il 7% registrato in Francia. Riflessione che viene da fare.
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