Ecco perché il fintech non è un Far West. Le startup rispondono a Vegas





“Se non si vuole il Far West occorrerà procedere a regolamentare i nuovi fenomeni», aveva detto il presidente di Consob Giuseppe Vegas lunedì 8 maggio in occasione della relazione annuale della Commissione (scarica qui il discorso di Vegas). E, aveva aggiunto, “ciò dovrà avvenire in modo graduale e proporzionato, per accompagnare le nascenti imprese nel loro sviluppo attraverso norme specifiche, via via più stringenti in funzione della crescita dimensionale e degli occupati”. Dichiarazioni che il popolo del fintech ha accolto da una parte con favore, visto che Consob ha sottolineato l’importanza del settore, ma dall’altra non è piaciuto per nulla il fatto che Vegas abbia parlato di Far West del fintech in Italia. MF Milano Finanza ha raccolto le risposte a caldo dei fondatori di alcuni delle principali startup fintech italiane che hanno sottolineato che nella realtà il fintech è già sottoposto a una stringente regolamentazione, perché per offrire servizi fintech il minimo che viene richiesto è che la start-up si attrezzi per essere un istituto di pagamento o un istituto di moneta elettronica. Meglio ancora, in alcuni casi, che sia addirittura un intermediario finanziario iscritto all’albo unico (si veda altro articolo di BeBeez).

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Pubblicato il: 15 Maggio 2017

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