Farmacia 2.0: ecco come la vorrebbero gli italiani





Un luogo dove usufruire, oltre alla dispensazione di farmaci, anche di personale qualificato per eseguire medicazioni e iniezioni, poter avere informazioni su visite specialistiche e la possibilità di effettuare in loco le prenotazioni. Così i cittadini vorrebbero la farmacia di domani: un vero e proprio presidio sanitario sul territorio.Lo dice una indagine commissionata da Federfarma Servizi e Federfarma.Co su un campione rappresentativo della popolazione italiana.Il sondaggio è stato commissionato prima di tutto per capire se i cittadini sono soddisfatti dell’applicazione della legge 405/01, che prevede la dispensazione direttamente dalle ASL di medicinali specifici per chi soffre di patologie croniche quali diabete di tipo 2, artrite reumatoide, broncopneumopatia cronica ostruttiva.Risultato: il 40% dei pazienti lamenta ostacoli nell’accedere ai controlli per colpa di liste di attesa troppo lunghe negli ospedali, il 33% denuncia la scarsa disponibilità e la difficoltà di ritirare i farmaci necessari.Così uno su tre riterrebbe più comoda e accessibile la farmacia per avere i medicinali, anche per la familiarità con il farmacista che rende tutto più semplice e immediato.“La maggioranza dei pazienti, ma anche i cittadini senza problemi di salute indicano nella farmacia del territorio il canale più agevole e gradito per la distribuzione di medicinali e servizi per la salute di qualunque genere” afferma Giancarlo Esperti, direttore generale di Federfarma Servizi.“Pensiamo alle difficoltà di chi distante dall’ospedale di riferimento o ai costi, sociali ed economici, delle ore di lavoro perse quando ci si deve assentare per mezza giornata per recarsi presso i centri di distribuzione a ritirare i farmaci” aggiunge Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi“Ciò conferma che le farmacie sono vissute con uno snodo centrale per la tutela del diritto alla salute degli italiani, il punto di raccordo più vicino e comodo con il Servizio Sanitario Nazionale. I distributori di farmaci e le cooperative di farmacisti sono pronti a rispondere alle esigenze espresse dagli italiani e si propongono di fornire alle farmacie territoriali anche quei farmaci e quei presidi attualmente distribuiti soltanto dalle ASL”.Ma come dovrebbe essere la farmacia del futuro secondo gli Italiani?“La farmacia territoriale non può ridursi a vendere solo medicinali con il brevetto scaduto, ha le capacità per seguire la somministrazione di prodotti più innovativi per cui sia già stato valutato il rapporto costo/beneficio. La farmacia del domani, proprio in risposta ai bisogni dei pazienti, dovrà essere un centro di erogazione di molteplici servizi in ambito sanitario” dice Esposito.Un italiano su quattro vorrebbe trovare in farmacia anche altri servizi utili come una gestione integrata del paziente fra ospedale, medico di famiglia e farmacia, l’assistenza ad anziani, disabili e pazienti con malattie croniche, l’accesso a servizi infermieristici e fisioterapici, la possibilità di prenotare visite ed esami. E anche usufruire della consulenza di un nutrizionista.Uno su tre vorrebbe un canale di comunicazione più facile e diretto con la farmacia di quartiere, magari attraverso i social media o whatsapp.“Le diciassettemila farmacie ubicate sul territorio italiano sono pronte alla sfida” commenta Esposito “con un vantaggio anche per lo Stato: possiamo alleviare gli ospedali da certi oneri e rendere più snella e veloce la distribuzione dei farmaci oggi dispensati solo dai presidi ospedalieri”.

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Pubblicato il: 3 Novembre 2016

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