“La scultura di Franca Ghitti insegna la ricerca di alfabeti che non si trovano nei libri, insegna il valore dei materiali di scarto …, che le mani sanno quello che la mente non capisce …”. Lo scrive Elena Pontiggia, storica dell’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, nel saggio introduttivo della monografia dedicata alla scultrice scomparsa nel 2012. Nata ad Erbanno in Valle Camonica nel 1932, formatasi nelle Accademie d’arte di Milano, Parigi e Salisburgo, Franca Ghitti è stata una delle più importanti voci artistiche del Novecento. Il suo – osserva ancora la curatrice della monografia edita da Skira e presentata a Brescia la scorsa settimana – “è un mondo complesso, un crogiolo di esperienze occidentali e primitive, di arte e architettura, di ripetizione e differenza”.
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