Il Prosecco è in assoluto il vino più taroccato: si possono trovare improbabili versioni di “Kressecco” o “Semisecco” prodotti in Germania ma anche un certo “Prosecco” che arriva dalla Russia. Per non parlare dei wine-kit che mescolano acqua e polveri e promettono addirittura di avere un buon vino italiano. Il business del vino spinge le frodi, che in un solo anno sono più che raddoppiate arrivando al 150% in più del valore di vini e alcolici sequestrati perché contraffatti, adulterati o falsificati. I dati sono della Coldiretti, che in occasione della presentazione di una “cantina dell’orrore” al Vinitaly ha pubblicato il dossier “Frodi in Italia e vinopirateria nel mondo nel 2015” sulla base dell’attività svolta dai carabinieri dei Nas nel 2015. “Le frodi e la vinopirateria – sottolinea la Coldiretti – sono la principale minaccia al successo dei vini italiani che nel 2015 hanno raggiunto un fatturato record di 9,7 miliardi (+3%) realizzato soprattutto grazie all’export che è stato di 5,4 miliardi (+5%). Da tutelare c’è un settore che offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone e che negli ultimi 50 anni a messo a segno una crescita impetuosa con le esportazioni che sono aumentate di quasi otto volte in (+687%) nonostante la produzione sia calata del 30% a 47,4 milioni di ettolitri, con una bottiglia prodotta su tre che è a denominazione di origine”.
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