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Gentile tifosa brianzola che durante la partita Aurora-Sovicese del campionato pulcini ha gridato «Negro di m…a» a un bimbo della squadra avversaria colpevole di avere soffiato il pallone a suo figlio, non riesco a perdonarle di avermi sporcato un sogno. Pur convivendo felicemente con una moglie che non sa distinguere un pallone da un melone e uno stopper da un rapper (in effetti non sono poi così diversi), rimango sempre colpito dalle donne che parlano di calcio con competenza e passione. Fino a oggi mi ero addirittura illuso che, in un mondo dominato da riti tribali e umori inguinali, potessero portare l’atmosfera accogliente e rassicurante che si respira nei pochissimi luoghi già governati dall’energia femminile, per esempio le librerie.
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