L’affermazione del disegno industriale, specialmente nel secondo dopoguerra, si deve all’attività svolta dagli architetti diventati protagonisti del passaggio dalla dimensione artigianale a quella industriale delle imprese, tanto nell’arredo quanto nell’industrial design. Attraverso l’analisi della produzione dei più importanti progettisti del Novecento italiano Fiorella Bulegato e Elena Dellapiana evidenziano coincidenze e distanze di approcci metodologici e pratici tra l’attività del designer e dell’architetto. Ne emergono visioni diverse che si compongono di variegate declinazioni sulla concezione dell’oggetto: dal pensarlo come struttura, composizione di elementi o contenitore di meccanismi, fino alle riflessioni che si originano dalla natura dei materiali, dalla funzione o dal dibattito sullo spazio abitativo. Il libro, scandito in quattro sezioni temporali (dagli anni Venti alla seconda Guerra mondiale, l’affermazione degli anni Cinquanta, la crisi degli anni Sessanta, la condizione contemporanea), dedica a ogni protagonista selezionato una scheda che, attraverso approfondimenti paralleli sull’architettura e sul disegno industriale, associa progettista a oggetti progettati.
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