Il ministro dell’Esterno – di Marco Travaglio





 Da antichi e affezionati ammiratori di Angelino Jolie, non riusciamo a nascondere la costernazione per quanto emerge dall’inchiesta di Roma su quello che, pare incredibile, ma dal 2013 è ininterrottamente il nostro ministro dell’Interno, dopo aver inopinatamente ricoperto il ruolo di Guardasigilli (a riprova del fatto che la stabilità non è sempre un valore). Come può – ci domandiamo in queste notti insonni – un simile campione della meritocrazia, una cotanta quintessenza della competenza, una tale consustanziazione del talento, finire nel tritacarne giudiziario per cosucce da niente? Tipo un fratello fatto assumere da Lino Pizza come funzionario alle Poste per la modica cifra di 160 mila euro l’anno. O un padre che manda 80 curriculum per altrettanti amici da sistemare al call center progettato dalla Cricca. O come il fratello di Pizza in servizio al Viminale (senza dimenticare la moglie di Alfano, già beccata in passato per consulenze alla Consap, controllata dal Tesoro). Al punto che la segretaria di Pizza, intercettata, lo diffama con un’amica: “Io ti ho spiegato cosa ci ha fatto a noi Angelino… cioè noi gli abbiamo sistemato la famiglia”

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Pubblicato il: 8 Luglio 2016

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