Il venture italiano cresce, ma i rendimenti 2015 sono negativi (-17,6%). La storia però è ancora troppo giovane





Cresce il  venture capital italiano, ma ancora i numeri sono minimi rispetto a quellli dei grandi mercati internazionali sia in termini di capitali investiti sia in termini di rendimenti, anche perché la storia è troppo recente perché siano significativi. Quel poco che c’è di ufficiale sul tema in Italia lo si ritrova sul fronte delle operazioni nell’ultimo Rapporto del Venture Capital Monitor dell’Università di Castellanzae, presentato la scorsa settimana, e sul fronte delle performance nell’ultimo Rapporto di Kpmg in collaborazione con Aifi (che si basa su un campione di 74 operazioni di disinvestimento condotte dai fondi nel 2015) Così, a fronte di investimenti dei fondi di venture capital nel mondo nel 2015 per 136 miliardi di dollari, spalmati su 9241 operazioni e a fronte di disinvestimenti per 73 miliardi, con ben 47 miliardi di nuovi capitali raccolti e un Irr a un anno del 20,5% (si veda qui il report di 2016 di Preqin), i venture italiani hanno investito circa 120 milioni di euro l’anno scorso in 77 società, mentre hanno incassato una performance negativa del 17,6% sul portafoglio in termini di Irr lordo aggregato (relativo ai disinvestimenti realizzati nel corso del 2015, indipendentemente dal periodo in cui è stato effettuato l’investimento iniziale) con il 63% di write off. Un dato, però, quello della performance del venture capital italiano, che negli anni è stato estremamente variabile: nel 2014 l’Irr era stato negativo solo dello 0,8%.

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Pubblicato il: 27 Luglio 2016

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