Suddivisione per tasso di interesse applicato del debito consolidato di Premuda verso le singole banche al 30 giugno 2016 Sembrava ormai essere in discesa ormai la strada di Premuda verso il rilancio, dopo che la scorsa primavera era stato annunciato l’accordo tra le principali tre banche finanziatrici (Unicredit, Intesa Sanpaolo e Carige) per la cessione dei loro crediti a Pillarstone Italy (si veda altro articolo di BeBeez). In realtà, però, i passi successivi e cioé le procedure di trasferimento delle garanzie (ipoteche navali, pegno su azioni e assegnazione delle copertura assicurative) dalle tre banche creditrici a Pillarstone e la finalizzazione dell’accordo per la ristrutturazione dei debiti nei confronti di tutte le banche non si sono ancora concluse. Un ritardo, questo, che, secondo quanto riportato nella relazione alla semestrale del gruppo armatoriale quotato a Piazza Affari, si sta rivelando una minaccia alla continuità aziendale. Lo ha scritto ieri MF Milano Finanza. Il semestre al 30 giugno, infatti, si è chiuso per Premuda ancora in perdita, con un risultato netto negativo per 12,8 milioni (anche se in miglioramento dai -39,9 milioni del semestre 2015) e questo per il persistere del trend negativo dei noli dei carichi secchi, che ha portato un nuovo calo dei ricavi (soltanto 23 milioni nel semestre, dopo 60 milioni nell’intero 2015), e per colpa del “peso degli interessi passivi, ancora gravati dagli elevati spread applicati sulle ultime operazioni realizzate, in attesa di una possibile riduzione nell’ambito dell’accordo per la ristrutturazione dei debiti” e del “peso dei costi di struttura, che continuano a scontare gli oneri del processo di ristrutturazione dei debiti, non ancora concluso”. A fine semestre il debito finanziario netto di Premuda era salito a 330,9 milioni dai 320,3 milioni di fine 2015
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