
Sorpresa. Le aziende “rinate” economicamente e finanziariamente sono una buona percentuale. Con buona pace della mole di crediti classificati come scaduti (past due) e inadempienze probabili (unlikely to pay) che tuttora grava sui bilanci delle banche italiane, oltre alle sofferenze. Secondo i calcoli di PwC, a fine 2017 c’erano ancora 94 miliardi di euro di Utp e 165 miliardi di sofferenze, oltre a 5 miliardi di scaduti per un totale di 264 miliardi di euro di crediti deteriorati, seppure in calo dai 324 miliardi del 2016 (di cui 200 miliardi di Npl, 117 miliardi di Utp e 7 miliardi di scaduti) (scarica qui il report di PwC). Che una buona quota di quegli Utp possano tornare in bonis lo dimostra uno studio, pubblicato lo scorso sabato su MF Milano Finanza e condotto da Leanus per BeBeez su campione di 2903 imprese con ricavi maggiori di un milione di euro che avevano depositato il bilancio 2014 con un patrimonio netto negativo.
Per leggere il resto dell’articolo devi collegarti direttamente sul sito della fonte: